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La gioia di un abbraccio – impressa per sempre nel nostro ciondolo

L’abbraccio tra mamma e bambino è un simbolo potente e universale. Per questo MAMog ha deciso di festeggiare la festa della mamma imprimendo il proprio logo in un ciondolo, affinché ogni mamma, al di là della malattia, possa portarlo sempre con sé e ricordarsi di quella grande forza che dall’abbraccio emana. Lo doneremo a chiunque vorrà aiutarci!

 

 

La gioia di un abbraccio impressa nel ciondolo MAMog

 

Le braccia della mamma sono il posto più bello e sicuro del mondo. E per una mamma, nulla è più naturale e più bello che prendere tra le braccia il proprio bambino.

Ed è proprio questo uno dei danni maggiori dell’osteoporosi gravidica: una mamma che ha appena partorito, che ama il suo bambino più di se stessa, deve rinunciare a prendersi cura di lui a causa delle fratture vertebrali. Non cullarlo, non farlo volare, non cambiarlo, non avvicinarlo a sé, nemmeno chinarsi su di lui: con l’osteoporosi gravidica, #mammanonpuò fare nulla di tutto questo, perché la sua schiena si rompe sollevando il proprio bimbo.

E’ un dolore che va al di là dei dolori del corpo, è una frattura dell’anima, difficile da saldare tanto quanto quelle delle vertebre, se non di più… e anche in questo caso la paura è che, anche dopo saldata, la frattura lascerà per sempre il suo segno nella relazione con il proprio bambino.

#mammanonpuò occuparsi né di se stessa né della sua bimba, neanche consolarla con un abbraccio quando piange. Ho dovuto aspettare che camminasse da sola per riaverla finalmente #tralemiebraccia

Alessandra

 

“Quando potrò riprendere in braccio il mio bambino?” Le mamme con osteoporosi gravidica chiedono sempre questo prima di ogni altra cosa.

#tralemiebraccia

Per molti mesi, infatti, la patologia costringe le donne che ne sono affette a tenere il proprio bimbo in braccio solo da sedute o stese nel letto, facendoselo passare da qualcuno e facendo attenzione a non fare movimenti bruschi.

Prendere in braccio il proprio bambino è impossibile nel periodo delle fratture e da molti medici sconsigliato anche dopo la loro guarigione per via della condizione di osteoporosi. 

Dover essere costantemente assistite nella cura di un neonato o di un bimbo piccolo, oltre ad essere un grande problema logistico e di stress che si riversa su tutta la famiglia, è un enorme problema psicologico per la mamma, che non potrà mai restare sola con il proprio bambino e dovrà sempre dipendere da un’altra persona – nei primissimi momenti dell’instaurazione della relazione mamma-bimbo e a seguire per mesi. Talvolta, per anni.

Molte mamme riferiscono il grande dolore nel vedere il proprio bimbo tendere le braccia a tutti tranne che a lei al momento di voler essere preso in braccio, perché la mamma non può e lui ormai lo sa.

Ogni mamma, infatti, una volta assorbito il colpo e trovato il modo per gestire il dolore, trova il suo personalissimo modo di creare un canale di comunicazione unico e esclusivo con il proprio bimbo, anche senza la forza delle proprie braccia, sempre con fatica e mai senza porsi mille dubbi, primo fra tutti: e se non è abbastanza? E se ho perso per sempre l’amore del mio bambino?

“#mammanonpuò né cullarti né chinarsi né alzarsi più da questo letto, amore mio… Non posso neppure piegare la testa verso di te senza fratturarmi. E così canto, canto e ti parlo continuamente, e provo a toccarti almeno con la mia voce”

Benedetta

Poi poco a poco si torna a riprendere in braccio il proprio bimbo… ed è un momento magico!

#tralemiebraccia

 

All’inizio non è il gesto naturale che tutti conosciamo, non viene fatto con scioltezza o senza pensarci. Innanzitutto è atteso, immaginato, sì anche invidiato. Ogni movimento viene  studiato tante volte prima di eseguirlo: flettere le gambe, non curvare la schiena – è un gesto rigido, forse innaturale, la concentrazione è massima, l’espressione contratta… ma il ghiaccio è rotto, finalmente il mio bambino è tornato #tralemiebraccia. Una gioia enorme, di cui si assapora ogni sfumatura, il contatto della pelle, il calore del corpo, il piccolo peso tanto agognato, le paroline nell’orecchio, le manine che sfiorano il viso, l’odore del proprio bimbo. Ogni volta un’emozione che fa scoppiare il cuore di gioia. E sarà così per sempre!

“Tre mesi sono eterni con il busto quando una #mammanonpuo fare quasi nulla di pratico per accudire il suo piccino. Ma l’accudimento non è solo materiale, e io non ho staccato lo sguardo da mio figlio nemmeno un secondo, c’ero sempre, a canto a chi faceva al mio posto. Ogni addormentamento era mio, fatto #tralemiebraccia, sdraiati accanto. Ma tenerti tra le mie braccia e in piedi… E’ gioia infinita, non scontata”

Sara

È proprio questo il momento che abbiamo voluto immortalare nel nostro logo. Per le mamme con osteoporosi gravidica, è un gesto preziosissimo, agognato, infine riconquistato e celebrato ogni giorno. Ma è anche il gesto di ogni mamma, che ogni giorno le riscalda il cuore ripagandola istantaneamente di tutto. Le fatiche, i momenti-no svaniscono nel calore di quelle braccine intorno al collo.

La fatica di essere madri è un’esperienza di tutte le madri.

Abbraccio dopo abbraccio, i pezzi tornano insieme. La schiena di una mamma con osteoporosi gravidica conserva per sempre la memoria di quella frattura, del corpo e dell’anima, quella parentesi buia… ma prendere in braccio il proprio bambino pian piano cura le ferite dell’anima e ricompone i pezzi di una relazione che non è partita nel modo che si è a lungo sognato.

"Tre mesi sono eterni con il busto quando una #mammanonpuo fare quasi nulla di pratico per accudire il suo piccino. Ma l'accudimento non è solo materiale, e io non ho staccato lo sguardo da mio figlio nemmeno un secondo, c'ero sempre, a canto a chi faceva al mio posto. Ogni addormentamento era mio, fatto #tralemiebraccia, draiati accanto. Ma tenerti tra le mie braccia e in piedi... E' gioia infinita, non scontata"

 

Ogni mamma sperimenta la fatica di essere mamma. Ma anche la gioia di un abbraccio è sempre la stessa, per ogni madre. Noi mamme con osteoporosi gravidica abbiamo realizzato questo ciondolo per raccontare una storia universale. Che parla di noi, della nostra schiena e del nostro amore spezzati e infine, piano piano, ricostruiti. Ma che rappresenta ogni mamma. E’ l’abbraccio di ogni mamma. Portiamo questo abbraccio sempre con noi.

 

la gioia di un abbraccio ritrovato

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