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“Ho rivisto mio figlio dopo settimane in ospedale” La storia di Chiara, a lungo senza diagnosi

A volte l’osteoporosi gravidica arriva dopo un altro percorso difficile, quello della ricerca della maternità. Ecco che, dolore dopo dolore, l’osteoporosi gravidica ruba, ogni giorno di più, un po’ di quella felicità a lungo inseguita.

Chiara, nome di fantasia, ci racconta la sua storia, fatta di dolori scambiati per depressione post partum e di fratture vertebrali rimaste a lungo inspiegate e aumentate di numero, nel tempo che è servito per arrivare alla diagnosi corretta. Ascoltiamo la sua storia

Per me iniziare una gravidanza è stato complicato. Sei anni di attesa, FIVET, difficoltà, ma alla fine è arrivato il mio bambino così desiderato.

A giugno 2021 partorisco con taglio cesareo. Mio figlio viene messo in incubatrice e quando vado a trovarlo arrivano i primi mal di schiena, ma pensavo fosse per via delle sedie scomode del reparto. Dopo una settimana ci dimettono, torno a casa, altre complicazioni, un’infezione ospedaliera. E il mal di schiena continua. Vado in pronto soccorso mi dimettono per mastite (che non ho mai avuto) mi fanno smettere di allattare per prendere antibiotici, passa tutto ma non il mal di schiena.

Una mattina, mentre gli cambiavo il pannolino, ho un cedimento, stiamo per cadere entrambi”

Mi prendo cura del mio bambino, ero la persona più felice del mondo, dopo sei anni di attesa ce l’ho tra le mie braccia… fin quando una mattina, mentre gli cambiavo il pannolino, ho un cedimento, stiamo per cadere entrambi. Lo metto in sicurezza, aspettiamo il papà. Penso ad un episodio isolato e vado avanti, sempre con il mal di schiena. Una mattina usciamo e mentre metto il passeggino nel bagagliaio avverto una fitta terribile alla schiena, ho pensato ad un accavallamento dei muscoli, potrebbe essere un altro episodio isolato, di nuovo.

A circa due mesi e mezzo dal parto i dolori sono ormai insopportabili. Vado in un centro fisioterapico, chiedo dei massaggi, qualcosa che mi aiuti e quando la fisioterapista vede in che modo mi alzo dal lettino (senza forze e piangendo, come facevo tutte le mattine e le notti quando dal letto dovevo alzarmi per allattare il mio bambino), ha pensato fosse solo una questione psicologica, depressione post-partum. O chissà, forse i dolori sono dovuti alla postura dell’allattamento.

Mi faccio forza, continuiamo i massaggi e la ginnastica posturale. Ma i dolori, la mia postura non mi danno tregua. La fisioterapista mi consiglia una risonanza magnetica solo per scrupolo perché è certa che non troverò nulla… Mille dubbi, chi tiene il bambino? E chi lo farà mangiare? Un bambino allattato esclusivamente al seno non prenderà facilmente un biberon…

Mi organizzo al meglio, faccio la risonanza e il risultato è questo: 2 fratture vertebrali, forse sono addirittura 3! Mi prescrivono il busto C35. Ma la diagnosi non arriva: la causa dei cedimenti vertebrali forse allora è in quell’infezione ospedaliera dopo il parto. Qualche batterio, tra le mie vertebre, che me le sta falciando.

Vengo ricoverata. Il mio bambino è lasciato ai nonni, il papà al lavoro ed io in ospedale, ma questa volta da sola, reparto geriatria/reumatologia, per 20 giorni di esami, analisi, biopsia, nulla, non si sa cosa potrei avere! A nessuno passa per la testa che possa essere osteoporosi gravidica.

Intanto, mi rifanno la risonanza magnetica e, pur essendo stata ferma a letto ed essendomi alzata solo per andare al bagno, le fratture sono diventate 6!

“Chiedo di fare una densitometria, mi ripetono che sono troppo giovane. E invece…”

Chiedo di fare una densitometria, mi ripetono che sono troppo giovane per avere osteoporosi finché un bel giorno, finalmente, decidono di ascoltarmi e abbiamo la diagnosi: ho l’osteoporosi gravidica! Mi fanno un’infusione di Zometa e decidono di dimettermi, il giorno seguente ho dolori e febbre, allora sono costretti a trattenermi per un altro giorno. Dopo quasi 1 mese d’ospedale, a quasi 4 mesi e mezzo del mio bambino posso tornare a casa e rimettermi a letto per saldare le vertebre. E poi busto, svezzamento da busto, fisioterapia.

Quando il mio bambino ha compiuto un anno, solo allora, sono riuscita a riprendere in braccio mio figlio! La sofferenza che le neomamme affette da questa patologia sono costrette a vivere non è immaginabile. L’osteoporosi gravidica, serve che si possa prevenirla, riconoscerla e dare il “diritto” ad una maternità serena alle mamme che ne sono affette.

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