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Cosa può fare lo sport per l’osteoporosi?

Lo sport e l’esercizio fisico possono fare molto per la salute delle ossa: il primo per prevenire l’osteoporosi, il secondo per gestirne i danni successivi. Sin dal primo momento.

Vale per tutti. A partire dai 30 anni comincia infatti un processo fisiologico di impoverimento della massa ossea, che non può essere fermato ma che può essere contrastato dalla regolare pratica sportiva. Per le donne dopo la menopausa questo processo accelera impetuosamente, ed è quindi ancor più necessario avere appreso un’abitudine all’attività motoria prima o, almeno, durante questa fase della vita, proprio per contenere la progressione dell’osteoporosi e limitarne gli effetti il più possibile.

Osteoporosi gravidica

Come cambia l’attività sportiva dopo le fratture da fragilità

Per tutti coloro che, precocemente o meno, soffrono di patologie del metabolismo osseo ed hanno subito fratture da fragilità, come le donne con osteoporosi gravidica, l’attività fisica è sì un’arma importante, ma se fatta con cautela: essenzialmente, da adattare alla condizione clinica particolare. E tuttavia è altrettanto necessaria, su tutti i fronti: non ultimo, per agire sul dolore. L’esercizio fisico, infatti:

Attenzione, quindi! Nell’immediato post frattura, è la riabilitazione la chiave per il recupero del movimento.
Tornare a fare sport sarà una lenta e graduale riconquista.

Anche per questo è importante che ogni fase della vita sia fisicamente attiva. Infanzia, adolescenza, età adulta, terza età. E durante la gravidanza? Assolutamente sì, in maternità allenarsi è possibile, utile e fa bene, in generale e nello specifico della prevenzione delle patologie metaboliche dell’osso.

Se diminuisce l’esercizio fisico, diminuisce la densità ossea

La diminuzione dell’attività fisica può condurre a una diminuzione della densità ossea e a un aumento del rischio di fratture da fragilità? Sembra proprio di sì. Lo dimostrano numerosi studi che, nel corso degli anni, hanno studiato le correlazioni esistenti tra esercizio fisico e formazione del tessuto osseo sugli animali e sugli esseri umani: il meccanismo è sempre lo stesso ed è una proporzione diretta, almeno apparentemente.

Ma vale anche il contrario? È possibile che all’aumentare dell’esercizio fisico consegua un aumento della densità ossea? Diversi studi hanno in effetti rilevato che generalmente gli atleti, soprattutto quelli che seguono allenamenti di forza, hanno una migliore densità ossea che i non atleti, e che anche la forza, la massa muscolare e la maggior capacità di ossigenazione sono correlati con la densità ossea.

Quale sport fare? Dipende dall’obiettivo

Innanzitutto è necessario che l’attività motoria venga praticata con costanza, almeno due volte la settimana e con sessioni di durata adeguata. Questo, sia nel caso di uno sport che previene l’osteoporosi, sia di uno sport “terapeutico”. Tuttavia, dopo una diagnosi, non va bene qualsiasi tipo di sport:

  • per favorire l’aumento di massa ossea, è necessario che durante l’attività fisica il muscolo venga sollecitato meccanicamente, con pesi ed esercizi di intensità e tipologia variabile e imprevedibile, come suggerisce il dr. Teggi, chinesiologo clinico.
  • Tuttavia, praticare sport con urti, ad alta intensità o con torsioni importanti, come la corsa veloce o lo sci, è a sua volta rischioso perché espone al rischio di fratture: non sono attività escluse per sempre, ma è necessario arrivarci gradualmente e meglio se col nulla osta del fisioterapista.
  • Il dr. Galimberti di Humanitas precisa però che “praticare yoga o stretching, purtroppo, non produce effetti positivi sulla densità minerale ossea” in quanto il tessuto osseo deve essere sottoposto a uno stress per reagire aumentando di densità.
  • di contro, però, yoga o stretching, ma anche il nuoto e la ginnastica posturale, permettono di agire sulla salute muscolare: tessuti elastici e sani aiutano a prevenire o lenire il tipico dolore di chi ha vissuto le fratture vertebrali da fragilità, oltre che a favorire una buona coordinazione e quindi prevenire il rischio di frattura indirettamente.

Camminare con l'osteoporosi

Via libera quindi a sport a corpo libero, alla camminata, alla danza, che divertano e che prevedano la possibilità di controllare i movimenti in modo intenzionale. Lo sport è come una medicina che previene e cura. Non ci sono scuse per rinunciarvi. E soprattutto, chi è malato di osteoporosi non deve sentirsi di vetro perché, in genere, la pratica sportiva permette sensibili margini di recupero proprio sulla malattia, e un decisivo miglioramento della qualità della vita.

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