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“Volevo solo diventare mamma, invece la mia vita è profondamente cambiata”. La storia di Adriana

Per una donna che ha appena partorito, il nuovo ruolo di mamma assorbe così totalmente, che è difficile fermarsi ad ascoltare i segnali del proprio corpo, fino a quando il dolore non diventa paralizzante. Spesso anche allora la diagnosi non arriva subito perché anche i medici faticano a pensare ad un problema di fragilità ossea quando a presentarsi davanti a loro è una giovane donna che ha appena partorito.
Adriana ha dovuto convivere con dolori fortissimi mentre doveva comunque accudire la sua bambina, la sua vita è stata completamente trasformata ma, a differenza di tante, ha avuto la fortuna di incontrare uno specialista che conosceva il problema e la ha indirizzata fin da subito sulla strada giusta.

 

Analisi di routine perfette durante tutta la gravidanza

Mi chiamo Adriana, ho 35 anni e vivo in Sicilia. Mia figlia Diletta invece di anni ne ha 3 e mezzo e, all’epoca della sua nascita, nel 2019, vivevamo in Lombardia.

Quando io e mio marito Giacomo abbiamo deciso di allargare la famiglia, eravamo sposati da due anni. Una vita felice, dinamica, era il momento perfetto. La gravidanza si è fatta attendere qualche mese, ma poi eccolo lì, il nostro tanto desiderato “positivo”.

Ho sofferto di nausee praticamente sempre, fino al parto. Ma questa è l’unica nota negativa, perché per il resto la mia gravidanza è stata assolutamente perfetta. Ho preso il “giusto peso”, analisi sempre perfette, quelle di routine, ovviamente, mai un fastidio, nemmeno i piedi gonfi, sebbene io abbia affrontato tutta l’estate col pancione.

Anche il parto è andato benissimo. Mi sentivo veramente una leonessa, potente, incredula e infinitamente felice.

Facevo fatica nei movimenti già da un po’

Purtroppo questo idillio è durato poco. La notte in cui è arrivata la montata lattea, ho iniziato ad avvertire i primi fastidi alla schiena, zona dorsale per la precisione.

Ma lì per lì non ci feci caso, ero troppo presa dalla bambina, soddisfatta di aver iniziato un allattamento, anche questo, perfetto, senza mai un dolore. E soprattutto la bambina cresceva alla grande.

Solo che i fastidi al dorso continuavano e non ricordo bene quando sono diventati dolori. Anche in zona lombare. Sono andata avanti così per circa 2 mesi. Poi, un giorno, dalla pediatra, sollevo la bambina dall’ovetto e ho avvertito chiaramente un crack alla schiena. Lì per lì ho continuato a muovermi, più o meno bene. Ma è vero anche che facevo fatica nei movimenti già da un po’.

La mattina successiva sono rimasta paralizzata a letto.

Non riuscivo a sollevarmi, non riuscivo a sedermi e a stendere le braccia in avanti per prendere la bambina. Ero sola in casa. Un incubo che non auguro a nessuno.

Non avevo una forma umana, ero curva e gobba

Non volevo smettere di allattare. Però dopo il primo episodio ne sono seguiti altri due. Poi, con immenso dolore, non solo fisico, ma soprattutto al cuore, ho deciso di smettere di allattare, fare lastre e risonanza, oltre a delle punture antinfiammatorie e di antidolorifico che mi potevano aiutare almeno ad arrivare agli ambulatori per gli accertamenti. Ricordo che mi trascinavo. Non avevo una forma “umana”, ero curva e gobba. Per stendermi e poi farmi rialzare dalla macchina della risonanza hanno dovuto chiamare mio marito, perché urlavo letteralmente dal dolore.

Sette vertebre crollate. Almeno 8 cm di altezza persi. Dolori muscolari e articolari che, a confronto, il parto, era stato un massaggio shiatsu.

Mi sono rivolta ad uno degli ospedali ortopedici più famosi di Milano. Per fortuna il primario ha interpretato quasi subito quale poteva essere la causa, perché di casi come il mio ne aveva già visti tre. Ma, inizialmente, si era prospettata anche l’ipotesi di tumore osseo. 

Mi prescrive una densitometria. 

Ricordo le facce stupite e al contempo compassionevoli dei tecnici radiologi, nel vedere una ragazza di 31 anni fare una MOC.

Il grado di gravità della mia osteoporosi, credo che non l’avessero mai visto. Forse a qualche ultraottantenne.

Inizio a portare un corsetto, e l’ho portato per sei mesi circa. Mi ha salvato la vita, visto che vivevo completamente da sola con una neonata e non mi reggevo eretta nemmeno seduta su una sedia.

Anzi, ringrazio mia suocera e mio fratello, che, in assenza della mia adorata mamma, sono stati vicini a noi, ma soprattutto vicino alla mia piccola, per il tempo che hanno potuto.

Col corsetto, dopo qualche settimana, ho acquistato un po’ di autonomia. Anche se avevo fortissimi dolori e avrei dovuto stare a riposo. Ho anche iniziato una cura che è durata circa 2 anni, durante i quali i valori sono molto migliorati: ad oggi sono quasi fuori dall’osteoporosi gravidica. I danni alla colonna, purtroppo, invece, sono irreversibili.

Cosa si sarebbe potuto fare per evitare tutto questo?

Convivo ogni giorno con dolori, fastidi, ma… se ne esce! La mia vita è abbastanza normale adesso. Faccio tutto, grazie a Dio. Ho solo una domanda nella testa: cosa si sarebbe potuto fare per evitare tutto questo?!?!?!

“In fondo io volevo solo diventare mamma. Invece la mia vita si è completamente trasformata, e non nel senso che avevo immaginato“.

Grazie alla ragazze del gruppo, ho capito che non ero un alieno. Le ho trovate, per caso, sotto a dei commenti. Mi hanno aperto un modo. Dato speranza. Ed oggi, con la mia storia, voglio farlo anch’io.

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