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Ho scoperto l’esistenza dell’osteoporosi gravidica cercando i miei sintomi su Google. La storia di Michela

Autodiagnosi cercando i propri sintomi su internet, difficoltà a trovare un medico che prescriva accertamenti a causa dell’età non sospetta della paziente, esami svolti privatamente, fratture inspiegabili, perdita di autonomia nella cura del bambino e necessità di lasciare la propria casa, di dividere la famiglia appena creata, per trasferirsi con il proprio bimbo a casa dei genitori in cerca di aiuto.
Questa è la storia di Michela ed è ciò che accade quasi sistematicamente quando una donna si ammala di osteoporosi gravidica.
E questo è quello che  MAMog, insieme a tutte le mamme che ci sono passate e che ci raccontano le loro storie, vuole non succeda più a nessuna donna. E’ un desiderio che può e deve avverarsi.

 

Mi chiamo Michela e a 28 anni rimango incinta in modo naturale. La gravidanza procede bene, vengo seguita in un ambulatorio combinato ginecologico/reumatologico dell’ospedale della mia città a causa di una patologia preesistente. Mi vengono eseguite ecografie di secondo livello per tutta la gestazione.

Circa al sesto mese di gravidanza inizio ad accusare un importante mal di schiena che mi costringe a letto per circa un mese. Si pensa sia qualcosa collegato alla sciatica o comunque al peso della pancia (in totale in gravidanza ho aumentato il mio peso di 14 kg). Dopo circa un mese, qualche seduta dal fisioterapista e una fascia per la schiena, il dolore diminuisce senza però mai andarsene completamente.

Il giorno di ferragosto, a 39+4 settimane partorisco Edoardo,  2,9 kg per 50 cm, con parto naturale dopo un travaglio durato molte ore. Il giorno dopo il parto ritorna il mal di schiena ma mi viene detto essere normale dopo il parto e il lungo travaglio. Torno a casa e inizio questa nuova avventura. Allatto esclusivamente al seno e ho una produzione molto abbondante di latte.

Le settimane passano, il mal di schiena resta. Un paio di volte, mentre cambio il mio bambino, sento come uno sparo nella schiena che per qualche attimo mi lascia senza fiato. L’ultima volta che mi capita è più forte delle altre e decido di rivolgermi al mio fisioterapista di fiducia il quale mi consiglia di fare una risonanza in quanto sospetta un’ernia dorsale. Prendo appuntamento per la risonanza privatamente per il giorno seguente: ormai i miei 3 mesi di congedo parentale stanno finendo e devo tornare al lavoro, per questo decido di affrettare i tempi per le visite.

Scopro così quattro fratture vertebrali. Vado subito dal mio ortopedico di fiducia che mi prescrive un busto C35 per 3 mesi, non sa però spiegarmi il motivo delle fratture non essendo di tipo traumatico.

Inizio a cercare i miei sintomi su Google e scopro l’esistenza di una malattia chiamata osteoporosi gravidica. Ma per diagnosticarla serve una densitometria, che però a causa della mia giovane età non viene facilmente eseguita senza prescrizione medica. E non trovo medici disposti a prescrivermela. Scopro però che in alcune farmacie fanno un esame simile al calcagno, che dà un’indicazione di osteoporosi femorale, e decido di sottopormi a tale test. Scopro così di essere in osteopenia a livello femorale.

A causa della mia giovane età non trovavo medici disposti a prescrivermi una densitometria o laboratori disposti a eseguirla senza prescrizione… ed è un dato fondamentale per la diagnosi di osteoporosi gravidica.

Prendo un appuntamento da un reumatologo il quale mi prescrive una MOC vera e propria e tutte le analisi del sangue. Le analisi sono perfette, soltanto la Vitamina D è un po’ bassa, a 21. La Moc evidenzia un’osteoporosi vertebrale di grado severo, avevo davvero l’osteoporosi gravidica.

Non ero ormai più in grado di muovermi autonomamente o di occuparmi del mio bambino, che intanto aveva appena compiuto 3 mesi. Lascio la mia casa e mi trasferisco a vivere dai miei genitori per poter avere un aiuto nella gestione quotidiana di mio figlio.

Iniziano le terapie. Sospendo immediatamente l’allattamento e mi viene prescritta la cura con Teriparatide assieme ad un’implementazione di Calcio e Vit D. Indosso un busto d’acciaio, il C35, che proteggerà le mie vertebre riducendo il rischio di un peggioramento dei crolli in corso.

Dopo 3 settimane dalla sospensione dell’allattamento mi ritorna il ciclo: gli estrogeni proteggeranno le mie ossa. Dopo 3 mesi, alla risonanza di controllo le fratture risultano saldate. Inizio gradualmente a togliere il busto e inizio ad andare in piscina. Dopo circa 4 mesi e mezzo dalla scoperta delle fratture, torno ad avere una vita pseudo normale. Ad oggi, sto per sospendere la cura con teriparatide dopo 12 mesi di cura, a cui seguiranno nuove analisi del sangue e nuove MOC.

Tra un paio di anni mi piacerebbe dare un fratellino/sorellina a Edoardo. Il rischio di nuove fratture però non può essere escluso. Spero che la conoscenza di questa patologia si diffonda il più possibile, affinché quello che abbiamo passato noi in un momento così delicato e così bello nella vita di ogni donna possa non ripetersi più.

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